Da un’idea di Ludo Denaro, con la collaborazione di Alessandro Rapparini, nasce l’idea della Prima ArteTeca Comunale d’ ITALIA.
Ludo Denaro: “Fino a poco tempo fa realizzavo le mie opere (quadri e sculture) presso un atelier che ero riuscito ad utilizzare in comodato d’uso gratuito grazie alla particolare sensibilità di un Mecenate del luogo a cui ho avuto il piacere di donare alcune mie opere. La stessa cosa mi era capitata di farla in precedenza, a Trapani, a Palermo, a Roma e a Firenze. Negli anni in cui ho lavorato all’interno dei locali di queste città, forse anche grazie alla mia esperienza di docente, ho avuto diversi contatti con persone giovani e meno giovani, interessate all’arte sia come appassionati fruitori che come operatori. Visto che ero in comodato d’uso e la presenza di persone interessate era fonte di stimolo sia per me che per loro, avevo deciso di mettere a disposizione gli spazi espositivi e le mie competenze a titolo gratuito dando anche estemporanee lezioni di pittura e scultura, forse illudendomi di poter operare nel sociale e dare nel mio piccolo un gradevole ed utile contributo. Purtroppo, però, nell’ultimo locale in comodato d’uso quando il mecenate è venuto a mancare, gli eredi non hanno dimostrato la stessa sensibilità e, anche a causa dell’arrivo della pandemia, ho dovuto lasciare i locali. Quindi mi sono domandato vi saranno dei luoghi in cui poter lavorare nell’ambito artistico e dove si possano condividere le competenze e gli spazi, come si fa in una biblioteca comunale, per esempio, nella quale si usufruisce del piacere della lettura? Così ho pensato di uscire armato di tele e pennelli per andare nei luoghi pubblici del luogo predisposti alla promozione culturale, ma niente, si c’erano degli spazi in affitto adibiti al lavoro, ma a lavoro di ufficio. Incredulo mi sono recato in uno dei centri sociali più rinomati della metropoli vicina, loghi che non avevo mai frequentato e che nel mio immaginario pullulavano di artisti. anche li trovo postazioni adibite a i lavori d’ufficio, in affitto con prezzi carissimi. Non avevo mai avuto bisogno del pubblico, ma ora che non avevo più mecenati alle spalle mi trovavo completamene spiazzato.
Con la mia Tela di due metri arrotolata come un tappeto in spalla mi accingevo a tornare a casa, arrivato vicino casa ho pensato di passare da un amico, l’Ing. Alessandro Rapparini, appassionato d’arte. Lui, contento di vedermi, mi ha fatto entrare in casa per prendere un caffè. Incredulo gli ho raccontato quello che mi era successo e lui avviamente, con molta naturalezza, mi disse che era normale che non avevo trovato posti adibiti al quel tipo di attività e cominciò raccontarmi delle sue esperienze con gli artisti di strada, che fino a poco tempo prima andavano al suo negozio a comprare le bombolette di colore per poi andare a dipingere quasi sempre illegalmente nei capannoni abbandonati, sui treni ecc. Alessandro si è offerto di darmi una mano dicendomi che avrebbe trovato una soluzione. Ma a quel punto io non volevo più un luogo solo per me…
Nasce cosi l’idea della Prima ArteTeca Comunale d’ ITALIA. All’amico appassionato d’arte ho spiegato che in quel luogo sarebbero andati ad esercitarsi studenti dei licei artistici, persone che avevano partecipato a corsi specifici a pagamento, giovani, anziani, bambini, di ogni età, accumunati dalla passione per l’arte. Gli allievi delle Accademie delle Belle Arti avrebbero potuto svolgere i loro TFA (tirocini formativi attivi), trasferendo le loro competenze e facendo a loro volta esperienza indiretta di insegnamento a tutti coloro che avrebbero avuto voglia di imparare ma che non potevano permettersi il lusso di studiare a liceo o in accademia, o solo a chi aveva voglia di provare questa esperienza condivisa come si fa con qualsiasi altra attività di sport o di palestra, ma a prezzi modici e non con costosissimi e rari corsi di pittura. A quel punto non solo era nata l’idea della prima PITTOTECA comunale di ITALIA ma anche il primo mecenate a sponsorizzare la divulgazione e A breve sarebbe nato anche il primo comune d’Europa a farne da Modello.“